OTTOBRINA MENTE

Se l’autunno è entrato ufficialmente il 22 settembre, è però in questi giorni che lo si sente davvero perché ottobre è la vera porta che divide le stagioni, che ci fa accedere a quel breve corridoio che conduce al nuovo anno.

Magari porta un po’ di malinconia, l’estate è definitivamente archiviata fino al prossimo anno, ma, nonostante i primi freddi, è un mese colorato, profumato, saporoso.

Più di settembre è il mese del vino e se il sole si fa pallido, le piante si infiammano dei colori che spesso si ritrovano anche in cucina: la zucca, che una volta sfamava le famiglie dei contadini per tutto l’inverno, gli agrumi, i cachi, l’uva e, di nuovo, il vino rosso.

Che poi al supermercato li trovi tutto l’anno, ma vuoi mettere quelli di stagione? Quelli di qui?

In casa la routine invernale ha ormai preso piede, i ragazzi li vediamo di meno, presi come sono dalla scuola e dai mille impegni pomeridiani, le giornate sono sempre più brevi e, la sera, il divano attira più della passeggiata.

Alla corsetta per tenersi in forma, si sostituisce la palestra e, magari, si chiacchiera un po’ meno e si pensa un po’ di più.

Almeno è quello che capita a me, con un po’ di voglia di capire cosa è meglio lasciare e cosa portarsi dietro nel prossimo anno.

A parte il desiderio, che accomuna tutti noi, di lasciarsi alle spalle questo 2020 che tanti guai e tanto dolore ha provocato con il suo maledetto virus, quasi sempre si tratta di piccole cose, una piccola consuetudine che ha perso di senso o anche solo una sciarpa che non piace più…

La fine dell’anno, che fino a un paio di settimane fa sembrava lontanissima, si avvicina a grandi passi e Andrea e io siamo incalzati dai “to do”, dal calendario ai preparativi per il Natale, dalle idee per nuove iniziative ai progetti lasciati in sospeso, obbligatoriamente o meno.

Insomma, per come lo vivo io, ottobre è anche una porta tra passato e futuro che rende “ottobrina” anche la mia mente.

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